Oggi parliamo del verismo, una corrente di letteratura italiana che si è sviluppata verso la fine dell'800, ispirata al naturalismo francese. La caratteristica principale del verismo è il principio dell'impersonalità con cui l'autore descrive i personaggi e i fatti narrati con disacco e in modo oggettivo. Per quanto riguarda i temi, si basa sulle quesioni socio-culturali dell'epoca, in particolare la questione meridionale.
Due dei maggiori esponenti del verismo furono Luigi Capuana e Giovanni Verga. Luigi Capuana visse tra la Sicilia, Milano e Roma. Il suo capolavoro è Il marchese di Roccavedina, romanzo che descrive la realtà sociale di un'epoca in cui i matrimoni venivano celebrati quasi esclusivamente tra persone della stessa classe sociale e questo spesso generava problemi che a loro volta generavano rimorso e angoscia. Giovanni Verga, vissuto tra la Sicilia, Firenze e Milano, basò la sua poetica su un realismo pessimista. Scrisse infatti il Ciclo dei Vinti, di cui fanno parte I Malavoglia e il Mastro don Gesualdo, che conengono disgrazie e tragedie subite dai protagonisti.